Luciano Di Palermo
" La Questione Meridionale Ieri e Oggi
Dopo l’unificazione d’Italia nel 1861, c’è stato un problema culturale con il Sud d’Italia che ha creato un grande dibatitto. Poi c’erani dei pregiudizi antimeridionali è stato creato e questo problema sviluppò attraversa la storia. Come risultato di questo problema molti antropologi e sociologi hanno contribuito su questa nuova idea. A causa di questo dibatitto c’era la nascita di una « questione meridionale ». Ci sono molti protagonisti che hanno scritto sulla « questione meridionale » come Alfredo Niceforo e Napoleone Colajanni. Niceforo scrive che il Sud d’Italia non è inferiore ma che ha un problema con lo sviluppo. Invece, Colajanni dice che si deve aver riguardo per la storia del Sud per capire perché c’è una « questione meridionale ». Insomma, il termine « questione meridionale » fa un riferimento che non dovrebbero essere due culture italiane quando ci fosse un unificazione d’Italia. Dopo il Risorgimento, il Sud aveva un senso d’inferiorità a causa della mancanza di progresso. Gli italiani del Sud avevano provato a migliorare la loro economia ma il Sud non ha ancora fatto un cambiamento. Antonio Gramsci dava una soluzione alla « questione meridionale » in cui lui diceva che dovr’essere una allenaza tra i operai del Nord e i contadini del Sud. Guardando la « questione meridionale » oggi si vede gli stereotipi d’Italia del Sud. Si vede questi stereotipi nei film, Il Padrino e I Cento Passi. Franco Cassano scrive su questa concezione oggi in cui lui dice che il Sud d’Italia può offrirsi qualche cosa all’Italia intera. Quantunque il Sud non abbia una economia come quella del Nord, il Mezzogiorno può superare questa « questione meridionale » e come Cassano diceva, il Sud d’Italia ha la possibilità per fare il progresso e di mostrare la sua capacità di avere una influenza positiva sull’Italia.
Le Teorie dei Positivisti: Un antropologo che contribuiva al grande dibatitto della « questione meridionale » era Alfredo Niceforo. Durante la fine del dicianovesimo secolo le sue opere avevano molto successo, specialemente L’Italia barbara contemporanea e La delinquenza in Sardegna. Sopratutto Niceforo faceva la sua ricerca sull’antropologia e la criminologia. A causa dei suoi interessi, lui diventava Presidente della Società di Antropologia e della Società di Criminologia. Secondo Niceforo, esistono molte differenze tra l’Italia del Nord e l’Italia del Sud. C’è stata una divisione in Italia perché ci siano questi elementi diversi. Lui mostra che si può vedere queste differenze nella gente settentrionale e meridionale. Niceforo usa tre concetti per spiegare questa separazione fra le « due Italie.» Lui comincia a scrivere che ci sono sue razze distinte in Italia per far vedere la divisione tra il Nord d’Italia e il Sud d’Italia. Lui diceva che c’erano gli ari, predominanti al nord e fino alla Toscana (celti e slavi) e i mediterranei predominanti al sud (Niceforo, 22). Niceforo usa anche un metodo antropologico in cui mette l’enfasi sulla forma del cranio. Lui dice che il cranio degli italiani del Nord assomiglia al cranio della razza anglo-sassone. Invece, il cranio della gente meridionale assomiglia ai greci e agli spagnuoli. Lui osserva che queste differenze tra gli italiani del Nord e gli italiani del Sud significano che questa gente è veramente diversa. Nella sua opera, L’Italia barbara contemporanea, Niceforo scrive,
“vi sono, dunque, due Italie a razze diverse; una latina al sud, una germanica al nord; laina al sud- abbracciando con questa parola i popoli mediterranei- germanica al nord intendendo con questa i celti, gli slavi e i germanici.” (Niceforo, 23)
Vale a dire che l’Italia è fatta di due razze che includono i popoli mediterranei, i celti, gli slavi e i germanici. Secondo lui, i siciliani sono fratelli dei greci e degli spagnuoli e i lombardi sono fratelli dei tedeschi e dei slavi. Niceforo usa anche il concetto delle due psicologie. Lui spiega che le differenze tra queste due psicologie riguarda il concetto di « io. » Niceforo pensava che gli italiani del Nord avessero l’io equilibratissimo e freddo. Invece, i mediterranei hanno una intelligenza pronta e rapida. Lui fa un collegamento con questi elementi delle due razze e delle due psicologie per dire che la gente dell’Italia del Nord ha la capacità di organizzare. Niceforo scrive che la gente merdionale non ha questa capacità perché la sua psicologia era differente. Secondo lui, i mediterranei sono abituati all’individualità. Invece, gli italiani del Nord sono capaci della collaborazione colletiva. Quindi, la gente dell’Italia settentrionale ha la capacità di organizzare e di avere una società disciplinata. Niceforo usa anche questa idea della organizazzione per spiegare perché la Sicilia è vista come inferiore. Lui anche collega la psicologia con il clima. Niceforo analizza la causa del clima in cui dice,
“la netta differenza di clima tra il nord e il sud d’Italia- e tra il nord e il sud d’Europa, - può, con molta verosimiglianza, essere una delle cause più potenti che contribuiscono a tener così lontane e dissimili, l’una dall’altra, la vita sociale e la civilità del nord e del sud d’Italia e del nord e del sud d’Europa. La differenza di clima contribuisce in Italia ad accentuare (poiché il clima influisce grandemente sul carattere) quelle note psicologiche che già, in virtù della razza, dànno una fisonomia tanto diversa agli italiani del nord e del sud.” (Niceforo, 127)
Allora, Niceforo dice che il clima è la causa delle differenze tra il Nord d’Italia e il Sud d’Italia, specialmente la causa delle diversità fra le due distinte psicologie. Il clima non solo ha un effetto sulla psicologia della gente ma il clima riflette anche i comportamenti della gente. Per esempio, durante l’estate fa caldo nel Mezzogiorno e questo potrebbe essere una ragione perché la gente nel Sud è più « calda ». Secondo Niceforo,
“è per questo che il carattere del piemontese differisce da quello del napoletano, appunto come la nebbia dal raggio di sole; l’italiano del nord è freddo, posato, rinchiuso, doti che gli vengono, oltre che dalla psicologia della razza, come abbiamo studiato, anche dalla vita raccolta, all’aria chiusa, dalla mancanza di un continuo eccitamento solare. L’italiano del sud, invece, è loquace, allegro, vivace, espansivo, come conviene a chi, non solo ha l’io eccitabilissimo per la psicologia della sua razza, ma anche a chi vive più nelle vie tiepide, che rinchiuso in casa ove nessun rigore di tempo lo costringe” (Niceforo 133).
Comunque, ce potrebbero essere molte teorie sulla influenza del clima nel Mezzogiorno e la possibilità di un collegamento con la psicologia. Lui scrive che la gente del sud è allegra vivace a causa del sole forte. Invece, la gente del nord è posata e freddo perché c’è la nebbia la rende così. L’intuizione è che il clima ha un impatto sulla psicologia; in cui Niceforo mostra i diversi effetti sugli italiani. Finalmente, Niceforo scrive come il sistema del feudalismo ha influenzato il Sud d’Italia e specialmente la Sicilia. La storia della Sicilia è molto importante per spiegare le differenze in questa regione e l’intera Italia. Niceforo fa anche un referimento alla mafia. Una teoria interessante è che forse c’è un collegamento tra il sistema del feudalismo e la nascita della mafia in Sicilia. Il collegamento è che il capo mafia ha il potere perché lui è superiore alla altra gente. Il feudalismo lo permetta di avere il potere e di controllare altre persone. Secondo Niceforo, il sistema del feudalismo implica un uomo necessario che domina le cose, crea le legge, sfida gli elementi e le tempeste della vita e della natura (Niceforo, 181). Insomma, una persona, in questo caso il capo mafia controlla tutte le persone. Questa descrizione è un po’ simile al clientelismo. Il clientelismo è un sistema politico in cui c’è un rapporto tra due gruppi. In questo sistema c’è una persona o delle persone che hanno il potere sull’altra gente. Questo gruppo si chiama una clientela. La mafia rappresenta una clientela. Si vede l’intuizione in cui questo gruppo ha dei dipendenti che hanno bisogno del suo aiuto. Questo rapporto tra la mafia e i dipendienti mostra patron-client relationship. La mafia aiuta questa gente a guadagnare. Nel sud d’Italia la gente è povera e gli italiani del Sud hanno bisogno della mafia per sopravvivere la vita quotidiana. Niceforo analizza gli elementi della sua teoria delle due razze delle due psicologie per spiegare meglio il dibattito. Insomma, Niceforo non diceva che il Sud d’Italia era inferirore, ma implicava che il Mezzogiorno è sottosviluppato. L’idea principale di Niceforo degli italiani del Sud si può vedere analizzando une delle sue metafore. Lui diceva che
“il pensiero del mediterraneo bruno è un presbite che vede chiaramente e rapidamente le cose lontane; il pensiero dell’ario, invece, è un miope che non sa comprendere e vedere le cose lontane, ma si applica pazientemente alle cose vicine e ne scruta anche i particolari minimi e quasi trascurabili.” (Niceforo 122)
Niceforo vuol dire che la gente meridionale può vedere le cose lontane. Forse egli ha la capacità di pensare del futuro. Invece, la gente aria può vedere le cose vicine. Questa gente ha la capacità a organizzare. Sopratutto, lui usava la « razza » per spiegare la sua teoria. Anzi, lui pensava che la parola « razza » era più utile per analizzare la « questione meridionale » piuttosto che la storia, in cui Colajanni sosteneva come un punto di partenza per dibattere questa concezione. Le teorie di Niceforo sulla criminologia del Mezzogiorno sono state influenzate dal suo predecessore Cesare Lombroso. Cesare Lombroso era un antropologo e criminologo italiano che scriveva molto sulla « questione meridionale ». Specificamente, lui era un protagonista degli studi della criminalità e della teoria del darwinismo sociale. Lombroso usava anche la forma e la dimensione del cranio di molti criminali, in cui lui concludeva che i crani dei criminali erano collegati ai crani primitivi. Allora, lui diceva che di essere criminale e di essere primitive. Nella sua opera, In Calabria lui scriveva della situazione in Calabria come una rappresentazione delle condizioni nel Sud d’Italia. Lui scrive specialmente delle condizioni sociali ed economiche. Lui dice che nel Mezzogiorno c’erano degli agricoltori più squallide. Vale a dire che il Sud d’Italia era povera perché c’erano i contadini poveri. Lombroso scrive delle condizioni in Calabria in cui dice
“l’acqua potabile, alterata lungo il percorso, è scarsa e sufficiente appena per la popolazione del centro della città. Una parte della popolazione si serve di pozzi o cisterne. Alcune borgate poi sono affatto prive di acqua potabile, e devono ricorrere a grandi distanze per averne, ai pozzi privati e a ruscelli melmosi” (Teti, 164).
Lombroso mostra che le condizioni sociali ed economiche non erano come quelle del Nord d’Italia. Lui mostrava le differenze fra l’Italia settentrionale e l’Italia meridionale come Niceforo, ma Lombroso diceva che questi condizioni rendevano la Calabria e il Merzzogiorno inferiore. Lombroso era uno dei protagonisti più importanti del dibattito sulla « questione meridionale » perché lui influenzava altre persone come Niceforo su questa nuova concezione. Infatti, Lombroso era un protagonista essenziale sulla teoria del Mezzogiorno perché gli suoi studi rappresentavano la « questione meridionale » ieri. Comunque, lui influenzava la « questione meridionale » di oggi in cui esistono gli stereotipi della gente meridionale. Niceforo e Lombroso erano due positivisti che scrivevano sulla « questione meridionale ». C’erano anche dei oppositori alle loro teorie come Giustino Fortunato.
Le Idee dei Oppositori:
Uno dei protagonisti più famoso che scrive sulla « questione meridionale » era Giustino Fortunato. Lui era uno scrittore e un uomo politico che ha analizzato e definito la « questione meridionale ». Nella sua ricerca Fortunato scrive su questa nuova concezione in cui lui dice:
che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico nella parola, nessuno più mette in dubbio. C’è fra il nord e il sud della penisola una grande sproporzione nel campo delle attività umane, nella intensità della vita collettiva, nella misura e nel genere della produzione, e, quindi, per gl’intimi legami che corrono tra il benessere e l’anima di un popolo, anche una profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intelletuale e morale (Teti 212). Quindi, la divisione economica e culturale tra il Nord e il Sud esisteva. Si può vedere la realtà di questa divisione con la diversità che fa parte delle abitudini e il modo di essere di queste due parte d’Italia. Dunque, Fortunato dice che questi elementi costituivano la « questione meridionale ». Quando lui si è accorto di questa nuova concezione e il suo significato sul Mezzogiorno, lui voleva contribuire qualcosa. Comunque, dopo l’unificazione d’Italia, lui comprendeva l’inferiorità del Sud d’Italia e incominciò un dibattito in Parlamento. Siccome Fortunato è stato un senatore si batteva sempre in Parlamento per dare l’assistenza finanziaria al Mezzogiorno. Il suo intento nella politica era di “cooperare alla ricostruzione civile della patria” (Giustino Fortunato 32). Lui credeva che il Sud d’Italia non fosse una parte separata d’Italia. Secondo Fortunato, il Mezzogiorno faceva parte d’Italia intera. Lui sosteneva la patria italiana e allora Fortunato promuoveva un dibattito per dare i soldi al Sud d’Italia. Una delle sue molte proposte è stata quella di costruire le ferrovie. Purtroppo, gli altri uomini politici non capivano la « questione meridionale » e Fortunato aveva un po’di difficoltà a convincere i politici a aiutare il Mezzogiorno. Durante il Risorgimento, gli uomini politici vedevano il Sud d’Italia in un modo sottosviluppato. Loro pensavano che non valeva la pena per dare l’assistenza finanziaria al Mezzogiorno. Nella sua opera sulla « questione meridionale » Fortunato scrive sul fenomeno dell’Italia meridionale come, “tuttora simile ad una macchina spinta sopra un binario morto in mezzo al gran movimento di cento locomotive.” (Teti, 214) Fortunato crea una metafora in cui lui riferisce il Sud d’Italia come un binario morto. Vale a dire che il Sud non può fare il progresso e non ha niente più di offrire. Insomma, Fortunato dice che il Sud d’Italia è morto perché l’economia del Mezzogiorno non cresce e il Sud rimane povero. Fortunato fa un referimento a una macchina perché il Nord rappresenta l’industrializzazione e il Sud rappresenta un economia agraria. L’immagine delle locomotive signfica il progresso d’Italia intera e la macchina spinta è il Mezzogiorno. Dunque, Fortunato scrive la sua opera per dire che c’è una « questione meridionale » e la gente deve capire questa nuova concezione che ci sono due culture italiane e due modi di vivere. Le credenze di Fortunato sulla « questione meridionale » erano importanti perché lui ha influenzato la ricerca di Napoleone Colajanni. Napoleone Colajanni era un politico, uno scrittore e un fondatore del Partito Repubblicano Italiano. Sopratutto, lui era dedicato in particolare ai problemi della economia. Poiché Colajanni è stato influenzato delle idee meridionaliste lui ha scritto tanto sulla « questione meridionale ». Le teorie di Colajanni erano contro il positivismp. Il positivismo è una filosofia che sostiene il progresso scientifico e l’applicazione del metodo scientifico per studiare la società umana (Positivismo 86). Colajanni analizza la « questione meridionale » in cui lui critica l’inferiorità del Sud; l’idea che è sostenuta dei positivisti come Niceforo. Colajanni crea la sua teoria in cui lui descrive la sua teoria della inferiorità degli italiani del Sud. Colajanni scrive che nel Mezzogiorno,
“ la trasformazione economica del paese e una ripresa morale e intelletuale del Mezzogiorno avrebbe potuto rendere possibile il superamento di quella inferiorità che nulla aveva che fare con la razza. Se gli italiani del Sud vogliono essere rispettati devono sentirsi potenzialmente eguali dal lato intellettuale e morale con quelli del settentrione; devono acquistare piena ed intera la coscienza di siffatta egualianza bandendo dalle loro menti ogni concetto d’inferiorità.” (Colajanni 83)
Allora, Colajanni vuol dire che gli italiani del Sud non devono pensare che loro sono inferiori. Loro devono vedere se stessi come uguali agli italiani del Nord. Colajanni non pensava che ci fossero due razze differenti, solo che ci sia stato una differenza tra le culture degli italiani del Nord e quelli del Sud. Sopratutto, Colajanni non dava importanza al soggetto della inferiorità d’Italia del Sud. Lui credeva che la cosa più importante fosse la storia. Con la conoscenza della storia d’Italia e specialmente, l’Italia del Sud si poteva capire perché c’erano differenze. Secondo Colajanni, la storia è il elemento più utile per capire l’esistenza della « questione meridionale » (Colajanni 93). Comunque, ci sono state delle disparità tra il Nord e il Sud d’Italia, ma gli italiani del Sud non si devono comportare come inferiori. Nella ricerca di Colajanni, lui critica i positivisti sulla teoria d’inferiorità del Mezzogiorno e degli italiani del Sud. Lui usa l’esempio degli italiani del Sud negli Stati Uniti per mettere in questione questa idea d’inferiorità. Colajanni muove lo sguardo agli italiani del Sud in America e lui commenta sul progresso economico che loro facevano. Lui dice che se noi guardiamo che cosa facevano gli italiani del Sud a cavallo del diciannovecesimo e del ventesimo secoli, è opposta a quello che sta succedendo nel Mezzogiorno (Colajanni 102). Durante il periodo in cui Colajanni ha scritto le sue teorie, gli italiani del Sud non facevano il progresso nel Mezzogiorno ma loro avevano fatto molto progresso negli Stati Uniti. In questo caso, c’è un senso d’intuizione perché si gli italiani del Sud sono veramente stati inferiori allora loro non potrebbero far il progresso negli Stati Uniti al stesso periodo. C’è ovviamente un problema con la teoria della inferiorità del Sud. Forse la risposta era che non ci fosse l’opportunità economica e politica nel Mezzogiorno. Forse quando gli italiani del Sud hanno l’opportunità, che esisteva in America, loro potrebbero fare il progresso. Quindi, se il Sud d’Italia aveva l’opportunità economica e politica dal governo italiano, il Mezzogiorno potrebbe avere il progresso economico. Questa critica di Colajanni sulla inferiorità degli italiani del Sud mostra che forse c’è una soluzione della « questione meridionale » (Colajanni). Dunque, le analisi di Colajanni hanno avuto un grande influenza su Gaetano Salvemini. Un altro scrittore sulla idea della « questione meridionale » era Gaetano Salvemini. Salvemini era uno storico e un politico. Lui era anche un membro del Partito Socialista Italiano e ovviamente egli era antifascista. Salvemini sosteneva il suffragio universale e la soluzione della questione del Mezzogiorno. Lui credeva come Colajanni che la cosa più importante per studiare le differenze tra il Nord d’Italia e il Sud d’Italia era la storia. Salvemini pensava che la « razza » si formava nella storia. Nelle sue analisi lui scrive della storia del Mezzogiorno:
“La razza si forma nella storia ed è effetto di essa non causa, e nella storia si trasforma; spiegare la storia di un paese con la parola razza è da poltroni e da semplicisti. L’Italia meridionale, la Sardegna e la Sicilia furono dal secolo X al secolo XIII I paesi più floridi d’Italia e allora la razza meridionale non portava scritto nei globuli del suo sangue il latifondo invece della piccola proprietà.”
Salvemini vuol mostrare che il Sud d’Italia non è sempre stato inferiore. Infatti, il Mezzogiorno era la regione del progresso economico prima del Nord d’Italia. Per esempio, nel saggio di Vicenzo Consolo, La Sicilia e la cultura araba, lui dice che quando gli arabi sono venuti in Sicilia c’erano molte innovazioni (Consolo 211). Secondo lui, gli arabi avevano un grand impatto sulle innovazioni nella Sicilia (Consolo 211). A causa delle tecnologie degli arabi la Sicilia aveva dei sistemi d’irrigazione avanzati. Anzi, Consolo mostra i’importanza della Sicilia quando lui cita Ibn Amdis, un siracusano che diceva:
“Ricordo la Sicilia, e il dolore ne suscita nell’anima il ricordo. Un luogo di giovanili follie ora deserto, animato un dì dal fiore di nobili ingegni. Se non stato cacciato da un paradiso, come posso io darne notizia?”
Quindi, quando si ha riguardo della storia si vede che l’Italia del Sud era superiore al Nord. Salvemini fa vedere che il Sud non dovrà sempre essere inferiore. Lui credeva che c’era l’opportunità per il Mezzogiorno di fare il progresso economico nel futuro. Dunque, le teorie di Salvemini sono contro quelle dei positivisti, specialmente le teorie di Niceforo.
La Soluzione di Gramsci: Antonio Gramsci era un politico famoso che dedicava la sua vita alla politica e alla soluzione della « questione meridionale. » Lui è stato un marxista e un fondatore del Partito Comunista Italiano. Questi due elementi della sua vita sono importanti perché hanno avuto una influenza sulle sue credenze sulla « questione meridionale. » Gramsci pensava che questa concezione esisteva a causa delle scelte politiche. Dopo l’unificazione, il governo italiano faceva delle decisioni che sostenevano lo sviluppo della nazione italiana. Lo stato italiano aveva delle interessi che permettevano il progresso economico. Il Nord aveva molto progresso specialmente nel settore industriale. Lui diceva che la « questione meridionale » persisteva nel sistema politico d’Italia. Gramsci scrive della importanza di questa nuova concezione quando lui dice,
“noi dobbiamo dare importanza specialmente alla questione meridionale, cioè alla questione in cui il problema dei rapporti tra operai e contadini si pone non soltanto come un problema di rapporto di classe,maanche especialmente come un problema territoriale, cioè come uno degli aspetti della questione nazionale” (Gramsci, 80). Lui vuol dire che questo problema ha delle conseguenze sull’Italia intera e non solo l’Italia meridionale. Gramsci implicava che la « questione meridionale » è una concezione che ha importanza per tutti italiani. Gli italiani del Nord non devono pensare che i problemi del Mezzogiorno non hanno nessun significato per loro. I settentrionali potrebbero capire che ci sono molti elementi importanti per l’Italia. Gli italiani dovrebbero risolvere questa divisione tra l’Italia del Nord e l’Italia del Sud. Nella opera di Gramsci, La Questione Meridionale, lui offriva una soluzione alla divisione tra l’Itlalia settentrionale e l’Italia meridionale. Lui proponeva una soluzione della « questione meridionale » quando diceva che
“oggi le condizioni del lavoro sono turbate radicalmente: la disoccupazione agraria è già diventata problema irrisolvibile per la impossibilità di emigrare: la trasformazione industriale della agricoltura può solo avvenire col consenso dei contadini poveri, attraverso una dittatura del proletariato che si incarni in consigli di operai industriali e contadini poveri” (Gramsci, 66).
Dunque, la soluzione di Gramsci per la « questione meridionale » è di creare una alleanza fra le operai del Nord d’Italia e i contadini del Sud d’Italia. Questa soluzione di Gramsci sarà una ottima idea perché adesso esiste una divisione fra l’Italia settentrionale e l’Italia meridionale. C’è una possibilità di creare una alleanza tra questi due gruppi ma ci vuole il tempo a crearla. C’è un problema perché esista un sistema diverso oggi e dunque la soluzione di Gramsci sarà difficile applicare.
I Pregiudizi AntiMeridionali:
Ci sono molti stereotipi nel mondo. Uno di questi stereotipi ha delle radici nell’Italia meridionale, specificamente la Sicilia. Per esempio, alcuni americani pensano che la gente che proviene dalla Sicilia siano associati con la mafia. La derivazione della parola mafia viene dall’espressione dell’arabo parlato, in cui mā fī-ha significa, “non c’è” o “non esiste.” Del significato di questa parola c’era la concezione del mafioso che creava delle stereotipi. L’origine di questi stereotipi è legata alla criminalità organizzata che è nata dalla disperazione e dalla rabbia di non avere lavoro. Così, la gente nella mafia diventata parte di questa vita. Allora non devono emigare e non devono vivere nella povertà. La mafia funziona sempre con i misteri. La mafia pratica oscuri modi che origina dalla usanza e cultura di questo gruppo. Ci sono molti film che mostrano la mafia come uno stereotipo della gente meridionale, ma i due film pricipali sono Il Padrino e I Cento Passi. Questi film sono stati importanti perché loro hanno avuto una influenza sull’opinione pubblica. La gente credeva che l’immagine degli italiani del Sud fosse vera. Attraverso il film Il Padrino specificamente gli americani incominciano a fare un quadro delle regioni meridionali. Loro pensano che la popolazione sia uguale a quella che vedono nel film. Il film ha numerosi esempi degli stereotipi, però alla fine la gente si ricorda soltanto lo stereotipo della mafia. In tal modo questi stereotipi hanno fatto diventare più importanti i paesi da cui hanno avuto origine. Per esempio, nel film Il Padrino, il regista mostra il paese di Corleone come un luogo mafioso. Oggi la maggioranza della gente americana pensa che la popolazione sia mafiosa. Anche gli americani pensano che ciascuna persona di Corleone sia legata alla mafia. Oggi nel sentire il nome di Corleone si conclude che i cittadini di questo paese siano accostati con questi stereotipi, che sono simili a quelli del film. Così, in questa situazione lo stereotipo gode di una certa importanza e controllo che viene creata dal parere della gente. Gli stereotipi sono delle generalizazzioni che rappresentano un modo di pensare. In questo caso la gente siciliana è giustapposto alla gente mafiosa. Comunque, penso che sia più facile per gli americani vedere i siciliani come un popolo mafioso perché è più facile fare delle generalizazzioni. Gli americani non sanno come è la gente siciliana e per questa ragione è più facile creare degli stereotipi. Allora, quando gli americani pensano ai siciliani la prima cosa che si riferisce è la mafia. Nel film, I Cento Passi, il regista fa un riassunto della vita di Peppino Impastato e la sua sfida contro la mafia in Cinisi. Il film era filmato in Sicilia. Si vede la violenza della mafia e si accorge della esistenza degli stereotipi che sono usati oggi per descrivere la gente meridionale. C’è una scena nel film in cui il capo mafia parla col uomo comunista. Il comunista parla della costruzione al aeroporto a Punta Raisi che è stato costruito con la benedizione della mafia. Il capo mafia l’ho risposto, “Ma che mafia. Dovè questa mafia?” La mafia è sempre stata una cosa misteriosa di cui non si parla. Comunque, c’è altra gente che fa degli stereotipi della gente meridionale. Dopo l’unificazione d’Italia i popoli del Mezzogiorno sono emigrati al Nord d’Italia e agli altri paesi come la Germania. La ragione per cui c’era questa emigrazione era collegata con la mancanza del lavoro nel Sud d’Italia. Durante questo periodo, dopo la seconda guerra mondiale, molta gente se ne sono andati alla Germania. I tedeschi odiavano gli italiani perché secondo loro, prendevano il loro lavoro. C’era un movimento contro gli italiani. Come risultato molti scrittori scrivevano sull’invasione degli italiani. Specificamente, nel 1970, Der Spiegel, una rivista popolare in Germania, mostrava la sua immagine degli italiani. Nella rivista c’era una immagine di un piatto di pasta asciutta con una pistola sul piatto. Questa rivista aveva molto successo in Germania perché loro vedevano gli italiani come dei mafiosi. Questo era uno delle reazioni contro gli italiani. Secondo Nelson Moe, “let the modern Italians be what they may,-what I hear them styled six times a day at least,-a dirty, demoralized, degraded, unprincipled race” (18) Quindi, gli italiani del Sud sono visti come una razza maledetta e un popolo bestiale. Un’ altra reazione contro gli italiani veniva dall’Italia settentrionale. La Lega Nord è un partito italiano che è stato fondato nel 1991. Questo partitio era fondato come una reazione alla emigrazione degli italiani del Mezzogiorno all’Italia del Nord. I settentrionali avevano paura di perdere la loro identità. Loro vedevano anche gli italiani del Sud come dei invasori.
Gli italiani del Nord non volevano perdere né il loro lavoro né il loro modo di vivere. La Lega Nord creava molti manifesti per mostare il loro odio degli italiani del Sud. C’è un manifesto che dice, “Sì alla polenta e No al cous cous.” La polenta si mangia al Nord e allora rappresenta il Nord d’Italia. Invece, il cous cous rappresenta il Sud d’Italia. Insomma, i membri di questo partito sono orgoliosi della loro modo di essere. Una osservazione importante a questo riguardo è che la gente non giudica la persona sola ma tutta la popolazione. Gli americani devono evitare questi stereotipi perché non li riferiscono a tutti. Ci sono molti siciliani che odiano la mafia perché questo gruppo crea dei malintesi. La gente siciliana ha contribuito molto alla costruzione dell’America, ma la sua figura è vista come negativa. La mafia esiste perché c’è un sistema di clientelismo che la fa sopravvivere. John Dickie scrive che
“in that industry, the capo mafia...acts as a capitalist, impresario and manager. He determines the unity in the management of the crimes committed…he regulates the way labour and duties are divided out, and controls discipline amongst the workers (and this discipline is indispensable in this as in any other industry if one wants to obtain abundant and constant profits). It is his job to judge from the circumstances whether the acts of violence should be suspended for a while, or multiplied to give them a fiercer character. He has to adapt to market conditions to choose which operations are to be carried out, which people are to be exploited, which form of violence is best used to obtain the desired aim” (Dickie, 78)
Insomma, Dickie vuol dire che la mafia esista perché c’è la capacità per guadagnare i soldi. Questo elemento economico permette allla mafia a esistere. Finché c’è la mafia, ci saranno questi stereotipi della gente meridionale. Gli stereotipi sono come il capo mafia. Tutti due controllano qualche aspetto della vita delle altre persone. La mafia ha il potere di influenzare le vite della gente. Gli stereotipi creano delle genralizzazioni della gente. Il problema è che queste generalizzazioni sono viste come la verità.
La gente del mondo e specificamente gli americani pensano che la parola mafioso sia uguale alla Sicilia. Per questa ragione io penso che gli americani devano cambiare questa immagine. Ci sono molti siciliani che non hanno niente da fare con la mafia. Per esempio, io penso che se una persona è nella mafia, questa persona ha una vita maledetta. In conclusione, pretendere che questi stereotipi non esistano non è possibile. Per risolvere questo tipo di problema si spera nell’intelligenza della gente del potere. Dunque, forse c’è la possibilità di non avere questi stereotipi e forse, l’Italia del Sud abbia la capacità di superare questi ostacoli.
Franco Cassano è uno scrittore abbastanza recente che basa le sue ricerche sull’Italia meridionale. Nella opera di Franco Cassano, Il Pensiero Meridano, lui analizza il Mezzogiorno della punta di vista del Sud. Lui usa due elementi principali per spiegare la situazione nel Sud d’Italia come l’autonomia e la lentezza. Cassano scrive che si deve “restituire al sud l’antica dignità del soggetto del pensiero interrompere una lunga sequenza in cui esso è stato pensato solo da altri” (Cassano, VIII). Vale a dire che si deve avere riguardo della modernità del Sud d’Italia nella luce del Sud. La gente non dovrebbe fare dei paragoni del Sud d’Italia al Nord d’Italia. Se la gente fa questo paragone c’è il rischio di non capire il significato del Sud. Il Mezzogiorno ha una grande capacità di fare il progresso. Ma il problema è evidente quando si analizza l’idea d’inferiorità del Sud. Cassano cita il contribuito di Said quando dice che
“ma forse bisognerebbe aggiungere che nel caso del sud la soggezione simbolica passa anche e sopratutto attraverso la sua definizione come luogo dell’arretratezza e del sottosviluppo, come forma incompiuta di nord” (Cassano, XIII)
Cassano usa questa citazione per dire che il Sud d’Italia non è inferiore. Lui pensa come Colajanni quando dice che c’è un problema con lo sviluppo. Lui fa anche un referimento alla lentezza. Secondo lui, quando c’è la velocità si perde le altre cose. Si può perdere l’identità quando si pensa sempre alla modernità e lo sviluppo. Queste cose si possono fare col tempo e con la lentezza. Comunque, il progresso sarà importante per il Sud d’Italia ma si deve fare con calma. Cassano dice che “ si tratta di arricchire il futuro, di non rassegnarsi all’idea che esso debba essere dominato da cattedrali di rifiuti” (XXI). Secondo lui, si deve mettere lo squardo al futuro per avere il progresso. Il Sud d’Italia non può sempre pensare del passato. Se la gente meridionale pensa al passato non si accorge del presente e il bisogno di tirare avanti. Cassano parla anche del bisogno della « misura. » In questo caso, questa parola fa un riferimento all’equilibrio. Per esempio, Niceforo dice che gli italiani del Nord hanno la capacità di organizzare ma gli italiani del Sud non hanno questa caratteristica. Invece, loro hanno questa qualità perché la gente meridionale possono vedere le cose lontane e allora loro possono pensare al futuro. Dunque, la teoria di Cassano è che il Sud d’Italia può offrire qualche cosa. Secondo lui, il Mezzogiorno non dovrebbe essere inferiore e allora non dovrebbe imitare l’Italia del Nord. Una cosa che il Sud potrebbe offrire all’Italia intera è un modello per la vita. Gli italiani del Sud dovrebbero trovare la loro identità e usarla per creare un altro modo di essere per l’Italia. Cassano pensa che loro debbano usare il loro modo di vivere per mostrare agli altri italiani i vantaggi di un cambiamento. Forse, gli italiani del Nord dovrebbero ripensare alla loro vita dalla luce del Sud d’Italia. Quindi, esiste l’opportunità del Mezzogiorno di offrire qualche cosa all’Italia intera come un modello per la vita. Prima di essere capace di completare questo obiettivo l’Italia del Sud devrà risolvere la « questione meridionale. » Antonio Gramsci suggeriva la sua teoria sulla soluzione di questa nuova concezione. Lui proponeva la formazione di una alleanza fra i operai del Nord e i contadini del Sud. La « questione meridionale » sarà diffcile a risolvere e benché ci sia una soluzione, non si sa l’impatto del Sud d’Italia. Non c’è la certezza, c’è solo l’opportunità che il Sud d’Italia può superare la « questione meridionale ».
Works Cited
Dickie, John. Darkest Italy. The Nation and Stereotypes of the Mezzogiorno, 1860-1900. (1999).
Gramsci, Antonio. La Questione Meridionale. (1966).
Gramsci, Antonio. The Southern Question. (1995).
Moe, Nelson. The View from Vesuvius. Italian Culture and the Southern Question. (2002).
Teti, Vito. La Razza Maledetta. (1993).
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